martes, 28 de julio de 2009

Dopo le prime visite



Dal diario di campo, una piccola considerazione dopo aver ricevuto la prima visita di amici

"Vedere l’effetto che Sarajevo ha su chi non ci é mai stato mi aiuta a ritrovare un po’ le sensazioni che ho provato l’anno scorso appena arrivata in Bosnia, e che, se devo essere sincera, non sto riprovando quest’anno. Quando abbiamo passato il confine in macchina con mio padre e subito abbiamo cominciato a vedere le prime case distrutte, lui ha cambiato faccia all’istante e gli é venuto un nodo alla gola. Queste visioni a me continuano a colpire molto, ovvio, ma é una sensazione piú distaccata, piú intellettuale che emotiva diciamo. E suppongo che in parte sia necessario, non si puó vivere costantemente al bordo del pianto. Ma non vorrei che mi stessi assuefando alla vicinanza dei segni delle tragedie da poco passate. Solo in alcuni momenti specifici il magone é tornato (ad esempio, alla vista del cimitero di Koševo, o sul Trebević) ma in ogni caso non forte come l’anno scorso. La definirei piú indignazione che magone. In ogni caso, sono sorpresa dalla velocitá con cui mi sono abituata a vivere circondata da un paesaggio cosí martoriato. La banalitá del male, come scriveva Hannah Arendt. Appena torno me lo leggo".
.

No hay comentarios: