martes, 1 de septiembre de 2009

Lettera aperta

a Claudia Tosi, regista del documentario "Mostar United", che ha chiuso il XVº Sarajevo Film Festival.



Ciao Claudia,

mi permetto di mandarti un messaggio qui perché avrei un paio di osservazioni da farti sul tuo documentario "Mostar United". Innazitutto mi presento, mi chiamo Caterina, sono antropologa ed attualmente vivo a Sarajevo, dove ho avuto modo di assistere alla proiezione durante il festival del cinema un paio di settimane fa. Premetto anche che dette osservazioni non te le ho fatte durante il dibattito in sala perché non mi piace parlare in pubblico, e comunque ci dovevo pensare un po' su.

Partiamo dal presupposto quindi che il tuo film fa pensare, il che credo che di per sé sia giá un bel traguardo. Ora, il film mi é piaciuto sia dal punto di vista tecnico, sia per la delicatezza con cui hai seguito i protagonisti, il risultato é sicuramente accattivante. Un buon lavoro, quindi; ma. Ovviamente ci sono dei ma, e mi son sentita di scriverti per comunicarteli, perché io vorrei che lo facessero con me. Feedback, beneamato.

Allora, il problema fondamentale é che mi é mancato mezzo film. Mezza Mostar non c'é, la parte croata voglio dire. O meglio, ci sono degli ultrá che gridano inni ustasha e che fanno a pezzi la mano di un ragazzino. Sinceramente, non credo che ci sia bisogno di ripetere stereotipi, e nel caso della Bosnia lo stereotipo del musulmano buono e del croato-ustasha/serbo-chetnik cattivo é giá trito e ritrito, ed ha fatto anche abbastanza danni mi sembra. Purtroppo il tuo lavoro mi é sembrato rafforzare questi stereotipi, piú che criticarli o comunque dotarli di un contesto affinché un pubblico internazionale che non conosca l'idiosincrasia di Mostar possa comprendere la situazione.

Una signora del pubblico ti ha giá fatto quest'osservazione, e quando ha ribadito il concetto la gente in sala ha cominciato a lamentarsi, il che l'ho trovato abbastanza pessimo da parte loro. Mi aspettavo un po' piú di spirito critico dal colto pubblico sarajevita.
A quella signora hai risposto che non hai mostrato la parte croata per "esigenze di copione". Ma il copione l'hai scritto tu se non sbaglio: il che va bene, é una scelta come un'altra, solo che andrebbe difesa un po' di piú allora. Non basta dire "ma vi assicuro che quello con cui parlava per telefono é croato, e sono amiconi", innanzitutto perché me lo stai dicendo tu ma io non l'ho visto dal film, e poi perché non sempre si ha la fortuna di poter chieder chiarimenti all'autore dopo una proiezione.

Il fatto é che ci sono due cose che mi preoccupano particolarmente. La prima, come dicevo piú su, é che un pubblico internazionale non familiarizzato con la situazione di Mostar e della BiH si puó fare un'idea un po' falsata vedendo questo film: i musulmani che cercano di ricucire gli strappi e di tornare ad una pacifica convivenza, mentre i croati si trincerano dietro il loro nazionalismo becero ed aggressivo. Secondo, gli effetti che puó avere sul pubblico locale: suppongo che parte della popolazione di Mostar sará estasiata dall'immagine che ne viene data, ma posso anche immaginare che l'altra parte si sentirá esclusa e/o attaccata, il che potrebbe fomentare ulteriormente il sentimento di vittimismo e rancore della parte croata.

Capisco che siano temi spinosi ed oltretutto non deve essere stato facile girare lí, accedere ai protagonisti etc. Ma mi pare che si sarebbe potuto fare qualche sforzo in piú, se davvero l'obiettivo era mostare una Mostar se non unita, almeno desiderosa di riuscire ad esserlo di nuovo prima o poi. Io non ho visto nessuna unitá: é parecchio indicativo quel che dice il giovane protagonista sulla situazione nelle scuole, i programmi separati, etc. A proposito, giá che sei riuscita ad entrare nella scuola e a filmarci dentro, un paio di immagini ed interviste ad alunni croati ci sarebbero state bene.

Davvero, non voglio affondare il tuo film, é veramente ben fatto; solo, credo che gli manchi un pezzo fondamentale. Spero che non ti offenderai per questa intrusione. Facciamo lavori simili e so bene come il feedback sia fondamentale per continuare a progredire, prendila in questo modo.

Ti mando i miei migliori saluti, e buona continuazione con il tuo lavoro

Caterina