jueves, 9 de octubre de 2008

Da dove inizio?

Dalla fine, logico.

Perché ho mollato il Gabinete che ero in partenza per un viaggio, era luglio, ero in vacanza. Un'altra vita.

Quindi cominciamo da ció che ci è piú prossimo. Un giovedí d'autunno, ad esempio. Possibilmente con cielo grigio (ce l'ho), rumore di muratori fuori dalla finestra (ce l'ho), digestione lenta (pure quella ce l'ho) e zero voglia di mettermi a fare quello che devo fare (ovvio che ce l'ho). Una di quelle giornate di cui puoi dire ben poco. E perché scegliere proprio un momento cosí per cercare per l'ennesima volta di rianimare questo vecchio blog ammuffito? Beh, perché senó dovrei mettermi a lavorare. Ottima ragione. Ed ecco spiegata anche la mia assenza degli ultimi mesi. Quando sei in vacanza tendi a sbattertene di scrivere sul blog, che dite?

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Andando a ritroso nel tempo, vedo l'ultimo tentativo di vincere una burocrazia universitaria che speriamo davvero ci porti qualcosa di buono, come ad esempio un bell'assegno mensile e tanto riconoscimento per gli sforzi intellettuali compiuti negli ultimi mesi. E sto karma negativo se ne andasse a fanculo.

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Vedo nuove, inaspettate porte schiudersi al mio passaggio - il che mi fa pensare che forse ho sbagliato un paio di mosse nella vita e avrei dovuto dedicarmi ad altro, cosa che per altro sono ancora in tempo a fare (under 30... una collegiale, praticamente!) - ma poi come giustamente dice la mia santa mamma "non hai sbagliato, ma hai una vena creativa che sbagli se la trascuri e la foto oggi va alla grande come linguaggio espressivo ed anche come mezzo di indagine. quindi vai avanti" (tutto ció via sms - olé).

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Vedo un auditorium pieni di dottoroni ed architettoni e tutti ció che fa rima con oni, in attesa di una mia parola, un mio gesto, in attesa che inizi a scoppiettare il mo microfono ed a scorrere il mio powerpoint. Sono al mio primo congresso. Sono in Francia. Parlo in francese durante i pasti, ed inglese sul palco. Il powerpoint fa schifo perché l'ho preparato la notte prima. Mi cago addosso. Parlo alla velocitá della luce per non sforare i maledetti 10 minuti. Le interpreti non mi stanno dietro e smettono di tradurmi. Il tipo mi fa gesti ma non lo vedo. Non sento le domande che mi fanno. Ma é stato un successo comunque.

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E vedo, vedo... troppe cose per un solo post, troppe cose per un solo blog. Vedo i Balcani, vedo la Bosnia, vedo l'Albania. Vedo il piano di riserva piú sorprendente e meraviglioso. Vedo il vero, unico e definitivo Balkan Tour 2008. Ve ne posso solo parlare a quattr'occhi, possibilmente con una birretta ghiacciata e seduti in una veranda poco illuminata. Venite quando volete e vi racconto. Ma la veranda dovete metterla voi.
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1 comentario:

Anónimo dijo...

è normale che quando si entra in bosnia c'è da lasciare un obolo ai doganieri?

ciao ciao