miércoles, 21 de marzo de 2007

Do ut des
(l'emozionante vita della portinaia)
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Ieri: adoroadoroadoro ricevere regali e d'improvviso ecco che mi arrivano, in ordine di apparizione, un mazzo di fiori, una scatola di pasticcini burrosi e cioccolatosi ed un telefono cellulare ipermoderno. Azz! Tutto in una mattina! I paki mi vogliono un bene... vi posso assicurare che per quanto lo necessitassi urgentemente ho fatto il gesto di non accettarlo, no dai mi metti in imbarazzo, davvero ti ringrazio ma non posso, te lo pago dimmi quant'é, ma poi che ci volete fare, comunemente si direbbe che "é la loro cultura" (se mi sente un prof mio mi bandisce dal regno), se rifiuti un regalo s'offendono. E' la legge della reciprocitá, ora tocca a me: si accettano suggerimenti su cosa donare al mio benefattore ( e non siate volgari).
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Oggi: odiodiodiodiodio i vecchi logorroici che vengono apposta 40 minuti prima dell'orario convenuto per piantarsi a 20 centimetri dal tuo naso, spiarti lo schermo del computer (per cui devi inevitabilmente interrompere quello che stavi facendo anche perché non c'entrava niente col lavoro) e, quando sono sicuri di averti ingabbiato, snocciolarti la storia intera della loro vita dal momento in cui hanno finito le elementari fino ai giorni nostri.
Per altro, una storia alla Buddenbrook, ascesa apoteosi e caduta di una familia borghese catalana e della sua fabbrica di tessili. Passati per tutte le fasi, gli inizi difficili durante la guerra civile, la crescita dell'attivitá fino ad arrivare ad una fabbrica di tre piani con 90 operai, benessere, vita agiata, case delle vacanze in Costa Brava e sul Pireneo, e poi, con l'arrivo della democrazia e di conseguenza dei sindacati, iniziano le prime frizioni coi lavoratori. Un giorno, occupazione della fabbrica, macchinari distrutti e si chiude bottega. C'est la vie.
Beh, non é stato poi cosí male.
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Ieri dal divano: Maria Antonietta, Sofia Coppola

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