martes, 29 de julio de 2008

we are family

Un'altra lunga pausa, e un sacco di cose di cui scrivere.

Le giornate corrono veloci, troppo, e questo mi fa temere varie cose, fra le quali possiamo annoverare la paura che le mie imminenti - ed agognate nonché meritatissime - vacanze finiscano prima che io me ne renda conto. Le altre paure sono innominabili quindi passiamo oltre.
Dicevo, alcuni accadimenti degni di nota si sono verificati nelle ultime settimane, ed almeno un paio richiedono un po' di spazio qua nel Gabinete.

Come ho scritto in un precedente post, sono stata nominata testimone di nozze per la prima volta (bugia, in realtá era la seconda, ma per fortuna la volta precedente non ho assistito). Non si trattava di un matrimonio qualsiasi, bensí della sbandieratissima unione fra due care amiche che sono convolate la settimana scorsa. Da mesi non si parlava d'altro e la cerimonia é durata 3 giorni, com'é d'uopo nelle migliori famiglie. Si é iniziato con una gloriosa festa di addio al nubilato il sabato precedente sulla terrazza di Ca' Dani & Mireia; sará stata la brezza estiva, il tema scelto - doccia - o forse la presenza di innumerevoli gadgets festivi (maschere, pistole ad acqua, punching ball, proieXXXioni evocative e mille altri cotillons), fatto sta che ci é divertiti come maiali e soprattutto l'ammmore é fluito fra tutti noi. one love, my people.


Il giorno dopo era il giorno dopo. Mentre gli effetti collaterali di tanto ammore diluito in ettolitri di cubata si facevano sentire in tutta la loro possenza, i nostri impavidi cerimonieri raccoglievano i cocci e si imbarcavano per la traversata del Baix Camp fino all'ameno borgo di Poboleda, nel cuore del Priorat. Vigne e grilli facevano da sfondo al nostro disperato tentativo di attaccare la resaca a suon di conigli appena cacciati e rosso appena munto. Eh? Oh, cosí m'ha detto il contadino ed io ci credo. Che ne sa una ragazza di cittá di come si fa il rosso. L'importante é che g'era bon ed andava giú che era un piacere.
Dopo un sonno riconciliatore durato ben due ore e mezza, ospitate nella mansione del buon Juan che fra uno scatarro e l'altro ci ha trattato come regine (soprattutto una), non si sa come ci svegliamo ed é il gran giorno. Nessuno di noi é in grado di dire come si chiama ma tant'é, attacchiamo con lo sputo i vari pezzi dei vestiti delle due spose e ci dirigiamo in processione verso la sala del Comune.
Sembra un film di Fellini. Le due promesse in testa, con i loro veli svolazzanti ed i tacchi incerti sui sampietrini, dietro un'accozzaglia di gente rantolante e resacosissima, con Juan a chiudere la fila mollando sputacchi ad ogni cantone. I villici basiti al passaggio di questa corte dei miracoli. Al Comune, che é anche la farmacia, che é anche la scuola elementare, ci aspetta (anzi, noi aspettiamo lui per venti minuti) un vice sindaco semi balbuziente e con evidenti difficoltá di lettura ad alta voce. Ma nonostante la timidezza ed i problemi lessicali ce la fa e finalmente le proclama moglie e moglie. Siamo tutti evidentemente emozionati. Davvero.


Quanto sono belle? Sono ancora commossa. Sembrava vero.
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2 comentarios:

ziaghegu dijo...

non posso far altro che pensare a quel giorno continuamente, voglio sposarmi ancora, e ancora e ancoraaaa!

La Doctora dijo...

SIIÍ! dai, fra un anno divorziate cosí puoi farlo di nuovo! evvai!