domingo, 20 de enero de 2008

Finzione - sogno - realtá

Ieri sera il Flaco ed io ci siamo concessi un programmino di goduria e relax: prima una cena luculliana a base di asado a La Chacha, poi un passaggio veloce al videoclub per affittare un filmetto ed infine divanata casalinga.
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Il film si chiama Funny Games e, in linea con una tradizione di titoli ironici e fuorvianti, non é affatto divertente. Anzi: mal rolloooo. Secondo il suo saccentissimo regista, Michael Haneke, é un metafilm sulla destrutturazione della violenza. Ovvero? Una storia sulla non logica della violenza e sulla sua funzione destabilizzante rispetto all'etica comune, e su quanto questo faccia inorridire ma allo stesso tempo affascini lo spettatore. E quindi? E quindi non vi verró certo a raccontare la trama, quello che ci interessa qui é che ci sono di mezzo grandi case di campagna affacciate su un lago, violazioni di domicilio, vicini ignari, assassini vestiti da studenti di Cambridge.
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Dormo. E sogno. Sogno che sono a casa coi ragazzi, non stiamo facendo niente di particolare, chiacchieriamo in cucina. Suona il campanello, vado ad aprire io ed é uno dei miei paki, Syed. Strano, penso, che ci fa qua se non ha il mio indirizzo? Beh comunque entra, come stai, siediti con noi. Continuiamo le nostre conversazioni e lui lí, zitto, senza togliersi la giacca, non partecipa e ci guarda un po' stranito. Anche a me la situazione stranisce molto, non capisco come ha fatto ad arrivare a casa mia e cosa ci é venuto a fare, ma non glielo chiedo per non metterlo a disagio. Dopo mezz'oretta, come é arrivato se ne va: saluta cortesemente, prende la valigetta che portava con sé e imbocca la porta. Capisco sempre meno.
Secondo sogno, che sogno non é, solo la sensazione ricevere un messaggio di qualche altro pakistaní indiano o bangla, non so, che mi manda l'indirizzo del suo blog o qualcosa del genere. Fatto sta che a quel punto mi sveglio ed istintivamente guardo il telefono. Ho un messaggio.
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Apro un occhio per leggere. Sono le 9.30.
Il messaggio é della Ghegu, dice: "Diobono. Hanno fatto razzia di paki. Ecco perché tutto quel macello ieri nel raval. Fff".
Che? Apro il secondo occhio. Immediatamente penso a una mega retata di "pulizia" di sin papeles. Merda. Chiedo chiarimenti alla Ghegu, che risponde: "Smantellato gruppo islamista che preparava un attentato a Bcn. Tutti paki". Merdamerdamerda. Da un lato mi preoccupo, ma dall'altro mi tranquillizzo: sicuro non sono i miei. Io giá mi immaginavo una specie di deportazione di massa e le aule del Servei mezze vuote. Comunque ormai mi sono inquietata, impossibile rimettersi a dormire, voglio leggere i giornali.
Dalle notizie che riporta El País deduco che non dovrei conoscerne nessuno, per fortuna. Gli arrestati appartengono al gruppo Taglib che occupa degli oratori dove si prega in arabo che i "miei" non frequentano, almeno che io sappia vanno tutti a pregare in urdu. E poi si tratterebbe solo della moschea di calle Hospital, le altre non dovrebbero centrare nulla.
Maró, che risveglio.
Buongiorno mondo.

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